I glucidi costituiscono il principale "integratore energetico" grazie alla loro capacità di rappresentare il 50% circa del substrato energetico durante esercizi submassimali (inferiori al 70% del VOz max) e la maggiore fonte di energia per lavori di intensità superiore.
I glucidi costituiscono il principale "integratore energetico" grazie alla loro capacità di rappresentare il 50% circa del substrato energetico durante esercizi submassimali (inferiori al 70% del VOz max) e la maggiore fonte di energia per lavori di intensità superiore. L'esigua disponibilità di carboidrati a livello muscolare, a differenza delle riserva di lipidi e proteine che sono largamente sufficienti per le normali necessità metaboliche, rappresenta un fattore in grado di limitare la gran parte delle prestazioni sportive e di condizionare l'insorgenza della fatica. Quindi si può attribuire ai carboidrati un ruolo centrale, da un punto di vista energetico, nell'alimentazione degli atleti, siano essi zuccheri semplici (utilizzati in fase di "attesa", precompetitiva e di recupero immediatamente dopo lo sforzo) o complessi (assunti nei periodi di allenamento, nella settimana, nei giorni e nelle ore che precedono la gara), accompagnati da bevande per prevenire e/o correggere le perdite idricominerali causate dalla sudorazione.
Un adeguato e appropriato apporto di energia prima, durante e dopo la pratica sportiva è un elemento che caratterizza qualunque forma di esercizio fisico ed i glucidi detti anche zuccheri o carboidrati, come detto, rappresentano l'unica vera fonte di energia.
La componente glucidica di deposito del nostro organismo, il glicogeno muscolare ed epatico, è presente in quantità estremamente contenute e, considerando anche il glucosio circolante, l'intero ammontare delle sue riserve potrebbe coprire solo parzialmente le specifiche richieste che si verificano nel corso della maggior parte degli eventi sportivi. L'esigua disponibilità di carboidrati a livello muscolare rappresenta un fattore limitante la prestazione sportiva ed in grado di condizionare l'insorgenza della fatica.
Quando il tasso ematico di glucosio si abbassa al di sotto dei limiti fisiologici (5,0 mmol/1) si verifica un rapido peggioramento delle capacità di prestazione fisica; al contrario, un adeguato rifornimento di glucosio ai muscoli in attività può garantire un prolungamento della durata dello sforzo fisico ed un ritardo nella comparsa del senso della fatica.
In esercizi prolungati i carboidrati influenzano la prestazione
In esercizi prolungati ed impegnativi la disponibilità di carboidrati costituisce un fattore in grado di influenzare la capacità di prestazione, in esercizi di breve durata ed elevata intensità non ci sono ancora accordi sul ruolo dei carboidrati. Salitn e Karlson (1971) hanno affermato che "la disponibilità di glicogeno non è un fattore limitante per le attività che richiedono un impegno superiore al 90% del VOz max". Maughan e Poole (1891) ritengono che il tempo di esaurimento e la lattacidemia, in corso di esercizi di elevata intensità, dipendano dal regime nutrizionale adottato essendo entrambe minori quando l'esercizio stesso è preceduto da una dieta a basso contenuto di carboidrati.
Altre ricerche hanno constatato un miglioramento significativo della prestazione fisica di breve durata ed alta intensità dopo tre giorni di dieta iperglucidica preceduta da tre giorni di dieta normoglucidica. Per attività agonistiche in cui l'impegno atletico non supera i 40 min., non vi è alcuna necessità di prevedere un pasto iperglicidico quando è stata effettuata una corretta "compensazione nutrizionale" nei giorni precedenti; al contrario, impegni atletici di durata maggiore richiedono sempre un pasto precompetititvo ricco di carboidrati.
Come conseguenza dell'assunzione di carboidrati c'è un aumento, nel tasso ematico, di insulina, questa sostanza può produrre effetti sfavorevoli sulla prestazione in quanto causa un ipoglicemia riflessa ed inibisce la mobilitazione dei lipidi di deposito che rappresentano insieme ai carboidrati, nelle gare di lunga durata, il substrato energetico prevalente. Per impedire brusche variazione della glicemia e dell'insulinemia è consigliabile preferire alimenti ad alto tenore di amidi (pasta).
Oltre agli aspetti inerenti all'azione carboidrati sulla prestazione fisica, sono stati effettuati studi su quale tipo di zucchero semplice sia più idoneo nella fase che precede l'impegno fisico. Il glucosio ed il saccarosio (quest'ultimo è un disaccaride costituito da glucosio e fruttosio), data la loro elevata azione iperinsulinemica, sono stati per molto tempo banditi dall'alimentazione pre-gara. Per alcuni autori (Costil 1977, Hargreaves) l'assunzione di glucosio 30-60 min. prima di uno strenuo esercizio fisico, produce un aumento dell'utilizzazione del glicogeno muscolare e riduce il tempo di esaurimento dell'esercizio stesso; secondo altri autori, l'assunzione di zuccheri nell'immediato pregara (5 min.) favorirebbe la disponibilità e l'ossidazione degli stessi, contribuendo al miglioramento della prestazione nelle attività di resistenza.
Nella scherma, sport in cui l'impegno dell'atleta non è continuo ma frazionato nell'arco di alcune ore se non nell'intera giornata, si ha la necessità di fronteggiare il possibile insorgere della fame e dell'ipoglicemia. Quindi è necessario cercare di favorire la "ricarica energetica" dei gruppi muscolari impegnati nell'esecuzione dello specifico esercizio tecnico e di prevenire la deplezione del glicogeno muscolare, ritardando in tal modo l'insorgenza della fatica.
Alimentazione solida o liquida
Il tipo di alimentazione precompetitivo può essere solido o liquido. La razione solida deve essere consumata ad intervalli regolari, suddivisa in piccole porzioni (non superiori a 50 grammi) ed avere un elevato contenuto di carboidrati complessi con minimi apporti di zuccheri semplici. Nell'uso di una razione precompetitiva liquida risultano particolarmente utili le bevande energetiche a base di maltodestrine che, per le loro specifiche caratteristiche chimiche e nutrizionali, rappresentano la più corretta scelta nutrizionale nelle ore che precedono l'esercizio fisico a prescindere dall'impegno metabolico ad esso legato. L'uso delle bevande è utile sia nel corso della gara, che al termine della stessa. Nel primo caso queste devono essere composte in modo da influenzare lo svuotamento gastrico e l'assorbimento intestinale in corso nell'esercizio fisico, nella fase post-gara le bevande devono consentire il reintegro energetico ed il ripristino dell'omeostasi idro-salina dell'organismo ed in tal senso sono consigliate le bibite non molto gassate, zuccherine e leggermente alcaline, con l'aggiunta di modeste quantità di minerali.
Nel corso di una prestazione in cui l'impegno fisico si prolunga nel tempo, è importante il rifornimento di carboidrati. Questo rifornimento non induce la risintesi, in gara, del glicogeno, né evita che si riduca il tempo di insorgenza della fatica, ma consente all'atleta di "risparmiare" il glicogeno già immagazzinato nel muscolo. Ciò risulterà importante sia nelle fasi finali di una gara, quando l'atleta disporrà di un ulteriore pool energetico da utilizzare, sia nell'esigenza di un'eventuale accelerazione dettata da esigenze tattiche che possono presentarsi in qualsiasi momento.
Da quanto esposto emerge l'importanza, per gli atleti di tutte le discipline sportive, di disporre di cospicue riserve di glicogeno muscolare e, quindi, la necessità di favorirne la rapida ed efficiente risintesi in occasione di tornei e/o impegni agonistici molto ravvicinati.
Utilità degli integratori
Gli integratori alimentari rappresentano una necessità per tutti coloro che vogliono mantenere , ma soprattutto ottimizzare il proprio stato di forma fisica, raggiunto seguendo attenti e scrupolosi allenamenti e associati ad un’alimentazione equilibrata. Quando l’allenamento, che rappresenta uno stimolo specifico, determina un considerevole adattamento dell’organismo alzando i limiti metabolici individuali, e considerando che tutti coloro che praticano attività fisica consumano di più dei soggetti sedentari, nasce naturalmente l’esigenza dell’integratore che ottimizza l’equilibrio tra l’anabolismo cellulare (la costruzione delle cellule) ed il catabolismo cellulare (la distruzione delle cellule)
Diplomato ISEF, Preparatore atletico, Atleta della Nazionale Italiana Master di scherma
leonardomazzettinull@nulltrainernet.net