Prima di parlare della dieta metabolica è meglio chiarire che qualsiasi riduzione al di sotto del 50 – 70% della quota calorica giornaliera di carboidrati è fortemente criticata dall’ambiente medico specializzato
Questo articolo non intende assolutamente sostituirsi a un parere medico ma nasce solo a scopo informativo.
Prima di parlare della dieta metabolica è meglio chiarire che qualsiasi riduzione al di sotto del 50 – 70% della quota calorica giornaliera di carboidrati è fortemente criticata dall’ambiente medico specializzato, in quanto ritenuta causa dello spaventoso aumento del numero degli obesi. La metabolica è una dieta iperlipidica – iperproteica – ipoglucidica che si differenzia dalle altre della stessa categoria perché non impone nessun quantitativo di carboidrati massimo o minimo, ma invoglia a consumerne quel tanto necessario per avere una completa efficienza fisica e mentale.Per capire meglio quello che dirò in seguito è meglio soffermarci un attimo sul significato della chetoacidosi e corpi chetonici.
Questi ultimi si formano per la scissione degli acidi grassi che se in eccesso possono portare ad una diminuzione del PH ematico (chetoacidosi). Detto in poche parole, non dando al corpo i carboidrati esso è costretto a trarre energia dal grasso immagazzinato. Questo porta alla scissione dei trigliceridi (rappresentano il grasso immagazzinato nelle cellule adipose) in acidi grassi. Questi, se in eccesso, portano alla formazione dei corpi chetonici.
Infatti il fine della chetogenica è proprio quello di trovarsi in chetosi. I sostenitori, di tale approccio nutrizionale affermano che sia improbabile che la manipolazione alimentare possa portare ad una chetoacidosi pericolosa quanto quella che si osserva nei diabetici. Un’altra critica mossa contro le diete ipoglucidiche è il calo della performance dovuto ad una deplezione delle riserve di glicogeno epatiche e muscolari. Studi recenti hanno, però, dimostrato che le persone abituate a tale dieta, riescono a trarre energia in quantità maggiore dalle riserve di grasso corporeo riducendo l’utilizzo del glicogeno dando una performance uguale o superiore a coloro che usano delle diete iperglucidiche.Questo avviene anche nella nostra vita quotidiana. Se diminuiamo i carboidrati introdotti con l’alimentazione, il corpo trarrà energia sia dai grassi degli alimenti che dall’adipe, risparmiando i livelli bassi di glicogeno e gli aminoacidi muscolari.
D’altro canto se riduciamo troppo i carboidrati, sia il glicogeno epatico che quello muscolare saranno in uno stato di costante deplezione per adempiere alle vicissitudini biologiche del nostro corpo rimanendo quindi senza energia per sostenere una ottimale attività fisica. Inoltre lo stato di chetosi conseguente non è una situazione da ricercare in quanto è indice di una notevole riduzione della massa muscolare e della forza. La soluzione, come dice il Dott. Mauro Di Pasquale, consiste nel trovare quella quantità di carboidrati con la quale il nostro organismo è alla massima efficienza.Ovvero, dobbiamo assumere quel quantitativo giusto di carboidrati (la quantità dipende dall’individuo) che ci permetta ugualmente di utilizzare il grasso come fonte energetica ma che ci permetta di allenarci come abbiamo sempre fatto.
Prima di iniziare la metabolica dovreste fare alcuni esami del sangue:
- Livelli del colesterolo (totale, HDL, LDL)
- Il TSH (un test per la funzione tiroidea)
- Glicemia a digiuno
- Potassio ematico
- Esami sulla funzione epatica
Non fa mai male tenere sotto controllo questi valori ogni qual volta cambiate alimentazione.
Possiamo iniziare la dieta metabolica in due modi differenti:
- Partire da una certa quantità di carboidrati e diminuirla gradualmente fino a che non arriviamo a quel punto di massima efficenza.
- Oppure possiamo partire assumendo pochissimi carboidrati e poi aumentandoli pian piano.
Ho notato che tutte le persone che hanno seguito la dieta Metabolica quest’ultimo metodo è sempre andato benimissimo, inoltre è anche il preferito dal Dott. Di Pasquale. Per questi motivi tratterò solo la fase di valutazione che parte da una quota bassa di carboidrati.
Fase di valutazione
Questa fase consiste nel valutare la capacità del vostro organismo a bruciare i grassi. Dovete mantenere un alta percentuale di grassi e proteine ma povera di carboidrati per i primi 12 giorni, ovvero dal lunedì al venerdì della settimana seguente. Questo periodo è necessario per convertire il vostro organismo da una macchina brucia carboidrati ad una macchina brucia grassi. Vi farà anche capire se siete adatti o no ad una quota bassa di carboidrati. Comunque non temete, anche se troverete difficoltà le cose si aggiusteranno quando andremo ad aumentare leggermente la quota glucidica nella seconda fase di valutazione. Altri, invece, grazie alla loro elevata capacità ad ossidare i grassi non avranno problemi.
Durante questi 12 giorni dovete rispettare alla meglio le seguenti percentuali:
- 50 – 60% di grassi
- 30 – 40% di proteine
- 30 g di carboidrati
Arrivati al secondo sabato e ai sabati successivi dovete passare ad una alimentazione ricca di carboidrati per 12 – 48 ore.
La ricarica deve essere così effettuata:
- 25 – 40 % di grassi
- 15 – 30 % di proteine
- 35 – 55 % di carboidrati
In questi 2 giorni di alta assunzione glucidica l'insulina si alzerà enormemente e i vostri muscoli si riempiranno di glicogeno rassodandosi. Infatti, studi hanno dimostrato che una dieta ipoglucidica / iperlipidica rende la risposta insulinica molto più alta rispetto ad una dieta iperglucidica. In questa fase il vostro peso corporeo potrebbe notevolmente aumentare, ma non preoccupatevi tutto ciò è dovuto al riempimento delle riserve di glicogeno e alla conseguente ritenzione idrica (ogni grammo di carboidrati porta con se circa tre grammi di acqua). Potete permettervi nel week – end tutti gli alimenti che vi facevano gola in settimana, come la pizza la birra, ecc.
Mi raccomando di fare attenzione in questi due giorni, in quanto alcune persone tendono ad accumulare grasso più velocemtnete rispetto ad altre. Ecco perché si indica un periodo da 12 a 48 ore. Per alcuni si può addirittura scendere al di sotto delle 12 ore. Dovete imparare ad ascoltare i segnali che il vostro corpo vi manda.Se avete delle difficoltà andate per gradi. La prima volta provate a ricaricare per solo 12 ore, e vedete come vi sentite e che forma fisica avete la settimana successiva. Se va tutto bene il secondo fine settimana passate ad una ricarica di 20 ore e così via, fino a quando non trovate il numero di ore e la quantità di carboidrati a voi più consona.
A riguardo, ricordo una frase molto importante “LA PAZIENZA E’ LA VIRTU’ DEI FORTI”.
Dott. Di Pasquale sostiene che il metodo per valutare l’efficacia o meno della dieta sia di apportare cambiamenti ogni due settimane. Infatti se dopo la prima fase di valutazione (12 giorni) vi sentite bene continuate con i 30g di carboidrati al giorno per 5 giorni e ricaricate nel fine settimana. Viceversa se vi sentite stanchi, spossati, controllate che il problema non dipenda dal potassio o da altri sali minerali ma se non bastasse aumentate leggermente la quota glucidica. Per cercare di chiarire le idee seguite lo schema allegato (Dieta_Metabolica_Schema.pdf).
Alcuni consigli
- Non fatevi illusioni, questa è una dieta, e come tutte le diete i primi giorni sono i più duri e difficili, ma una volta superati, le cose saranno molto più facili. Ricordatevi che la maggior parte delle diete fallisce perché tutti vogliono risultati immediati e senza grande fatica. Nel caso della Metabolica sono le prime due settimane quelle più dure. Bisogna avere molta determinazione e PAZIENZA !
- Gli eventuali incrementi di carboidrati che effettuate devono essere realmente necessari.
- Non modificate la vostra normale quota calorica quando iniziate la dieta.
- Alcune persone riscontreranno una scarsa consistenza delle feci. Per risolvere tale problema basta assumere una bella quantità di verdura o un integratore di fibre.
- Solo quando vi siete adattati alla dieta metabolica e avete trovato il vostro set – point glucidico iniziate a controllare le calorie, aumentandole o diminuendole.
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